L’Elettroterapia antalgica è un termine piuttosto ostico che spesso si presenta a chi si rivolge ad un ortopedico o fisiatra per un dolore acuto o persistente. Quando viene prescritta questa terapia, detta anche TENS (Transcutaneous Electrical Nerve Stimulation, tradotto in italiano sarebbe Elettrostimolazione Nervosa Transcutanea), il medico ha individuato una possibile cura nella somministrazione di una corrente elettrica attraverso elettrodi posti sulla pelle.
Ma come funziona la TENS e cosa fa esattamente la elettroterapia antalgica? Ne parleremo in modo approfondito nel seguente articolo.
Tecnica dell’elettroterapia antalgica
L’elettroterapia è una terapia in cui avviene la somministrazione di corrente elettrica secondo determinati parametri per stimolare l’organismo ad una risposta salutare e positiva all’interno dei suoi tessuti.
L’elettroterapia applicata in ambito riabilitativo è sia quella di tipo antalgico che quella di stimolazione. Entrambe le tecniche sono possibili attraverso un macchinario accuratamente studiato che dosa l’erogazione di corrente ed è del tutto indolore.
L’elettroterapia antalgica è, come dice il suo nome, finalizzata infatti alla diminuzione del dolore sia acuto che cronico. Gli impulsi elettrici che vengono generati e applicati in loco sul paziente (per esempio su una lombalgia o su un ginocchio dolente) possono essere alternati (come la TENS e la diadinamica) o continui (come la ionoforesi, nella quale però c’è anche la somministrazione di un medicinale).
La TENS è un tipo di elettroterapia antalgica, e si basa sulla corrente alternata che utilizza frequenze comprese tra i 15 Hz e i 150 Hz.
Nello specifico la TENS è caratterizzata da una durata degli impulsi dai 50 ai 150 secondi.
L’effetto analgesico è estremamente rapido, ma si limita alla zona in cui viene applicata la corrente alternata.
Il principio fisico su cui si basa questa terapia si chiama ‘gate control’, ossia effetto cancello: gli stimoli elettrici inviati ai tessuti chiudono al passaggio dello stimolo doloroso. In pratica, il macchinario della TENS provoca attraverso la corrente alternata il blocco delle afferenze nocicettive attraverso l’eccitazione selettiva delle fibre nervose di grosso calibro: questo meccanismo inibisce così la trasmissione del dolore da parte dei neuroni spinali.
Attraverso la “chiusura del cancello” quindi, si impedisce o attutisce la trasmissione dell’informazione del dolore al cervello.
L’effetto dell’elettroterapia antalgica è così veloce poiché oltre a questo effetto immediato, provoca una maggiore produzione di endorfine.
Come si svolge una seduta di elettroterapia antalgica
La Tens è un macchinario costituito da un erogatore di corrente e degli elettrodi che si applicano sulla cute, nella zona in cui vi è il dolore. Il dispositivo invia impulsi elettrici a corrente alternata che il paziente spesso percepisce come un lieve formicolio generalizzato: la sensazione del dolore diminuisce spesso già al termine della prima seduta.
Dove applicare gli elettrodi dipende dalla zona da trattare: se la prescrizione è per cervicalgia, per l’esempio, gli elettrodi andranno posti nella zona del collo e delle spalle.
L’applicazione dell’elettroterapia di solito dura dai 20 ai 30 minuti circa, ma possono esserci variazioni in base alla zona da trattare e alla tipologia di problema.
L’intensità della stimolazione va aumentata gradualmente in modo che il paziente possa avvertire sempre il formicolio.
Non vi sono particolari effetti collaterali provocati dagli impulsi elettrici a bassa frequenza dell’elettroterapia antalgica e, se si presentano, sono sempre di lieve entità: si può sentire un formicolio persistente anche dopo la fine della seduta, un po’ di prurito, oppure leggero arrossamento della pelle in cui vengono applicati gli elettrodi.
La TENS terapia è controindicata in alcuni casi e nello specifico nei casi di: gravidanza, aritmie cardiache, pacemaker, epilessia, trombosi venosa profonda, ferite aperte in loco. Bisogna inoltre porre attenzione ai pazienti diabetici poiché potrebbero avere una percezione alterata della zona trattata.
Patologie e disturbi per l’elettroterapia antalgica
L’elettrostimolazione antalgica può essere prescritta dallo specialista ortopedico o fisiatra, ma anche dal medico di base, per molte patologie che provocano dolore, sia esso acuto o cronico, derivante da traumi, lesioni, degenerazioni tissutali.
Nello specifico, la TENS soprattutto è ampiamente utilizzata con le persone che si trovino in fase postoperatoria o che abbiano subito una lesione legamentosa (per esempio un trauma distrattivo) o una frattura (con conseguente immobilizzazione del segmento lesionato). Il dolore di natura cronica è anche una buona fetta di applicazione di questo dispositivo poiché, come anticipato, permette l’attutirsi del dolore già al termine della prima terapia. Il dolore cronico provoca infatti una diminuzione della qualità di vita del paziente che si trova a convivere con esso.
Grazie alla TENS, queste persone hanno la possibilità di migliorare la loro qualità di vita.
I campi di applicazione più comuni per l’elettroterapia antalgica sono cervicalgia, lombalgia e lombosciatalgia, nevralgia, fastidi articolari, artrosi
La TENS viene prescritta in caso di tendinopatie ma anche di fibromialgia, una sindrome molto dolorosa che provoca dolori osteo articolari e muscolari diffusi, oltre a affaticamento, insonnia e rigidità.
È sempre buona norma rivolgersi ad un centro specializzato sia in caso si voglia noleggiare questo apparecchio, sia in caso si voglia utilizzarlo in sede con la guida di un fisioterapia.
Nonostante infatti non abbia particolari effetti collaterali, è importante saper applicare correttamente gli elettrodi e saper dosare adeguatamente la corrente erogata.
